L'ippotamo e la giraffa

di Alessandra Avallone

C’era una volta una giraffa che era invidiosa di un ippopotamo perché lui poteva andare sott'acqua nel fiume non avendo il collo lungo. Ogni volta che si incontravano, la giraffa gli faceva per dispetto delle smorfie. L’ippopotamo un giorno decise di chiedere alla giraffa il motivo delle sue smorfie, però la giraffa non gli rispose e se ne andò via.
Una zebra che li osservava per capire perché fossero tutti e due arrabbiati, si avvicinò, chiedendo all'ippopotamo che gli rispose: “la giraffa mi fa le smorfie e non vuole dirmi il perché”.
La zebra chiese allora alla giraffa perché non parlasse con l’ippopotamo e gli facesse le smorfie. La giraffa rispose: “sono arrabbiata perché lui può andare sott'acqua nel fiume ed io, con il mio lungo collo, non posso”.
La zebra, sentito ciò, spiegò alla giraffa che avere il collo lungo non era una disgrazia, ma un grande vantaggio nella savana, perché poteva vedere molto lontano dall'alto avvistando prima i predatori, poteva poi raggiungere facilmente le tenere foglie in alto sugli alberi, mentre l’ippopotamo non poteva fare nulla di tutto ciò. Continuò poi dicendo che non aveva senso invidiare l’ippopotamo per la sua capacità di andare sott'acqua e che doveva chiedergli scusa per il suo comportamento. E spiegargli tutto.
La giraffa, convintasi, parlò con l’ippopotamo, che capì il problema della giraffa e le promise che le avrebbe descritto ciò che vedeva durante le sue nuotate sott'acqua a patto che la giraffa gli descrivesse cosa vedeva dall'alto del suo lungo collo. Da allora divennero buoni amici.

La fiaba ci insegna che non dobbiamo essere invidiosi degli altri per le loro capacità e che mettendo insieme le capacità di ognuno si può vivere meglio.



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